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Uscire dal Tempo




Più si abbraccia il processo di risveglio e dis-identificazione dalla mente, più il tempo sembra smaterializzarsi.


Sembra scorrere sempre più lento.

Non in maniera "noiosa", anzi.


In effetti, sembra sempre di più che il tempo non scorra affatto.

Che, fondamentalmente, non esista.


//


Ricordo bene che, durante la seconda notte di assunzione di Ayahuasca a fine 2021, nel momento in cui ho avuto l'opportunità di fare esperienza dell'apertura del Cuore, la cognizione mentale del tempo è scomparsa totalmente.


Mi è sembrato come se il tempo fosse diventato una specie di cerchio, un loop che si ripiegava su se stesso.

Difatti, non ho idea di quanti minuti o quante ore sono rimasta in quello stato. Non avevo orologi a disposizione e la mia percezione del tempo era totalmente annullata.


Si era trasformata in un continuo e incessante susseguirsi di momenti presenti.

Un continuo succedersi di QUI e ORA.

QUI e ORA.

QUI e ORA.


Adesso, nella vita di tutti i giorni, mi ritrovo sempre più spesso in quello stato.

A volte guardo l'orologio, credendo sia passata almeno un'ora, quando invece sono passati solo pochi minuti.


Ma, nuovamente, non è come quando a scuola controllavo l'orologio con impazienza perché non vedevo l'ora che finisse la lezione di matematica.


Si tratta di un'esperienza totalmente diversa.

Non c'è alcuna speranza in me che il tempo scorra più velocemente, anzi.

Non c'è nessuna voglia di controllare, rallentare o accelerare il tempo.


Di sicuro è un'esperienza disorientante.

Un limbo tra due esperienze opposte.


In parte sono inevitabilmente ancora legata all'idea convenzionale di tempo, perché non sono del tutto dis-identificata dalla mente. Mi ricordo bene cosa significa percepire lo scorrere del tempo e a volte, quando la mente prende il sopravvento, lo percepisco ancora molto nettamente, come se improvvisamente tutto attorno a me stesse accelerando di botto e letteralmente iniziasse a sfuggirmi dalle mie mani. Quando succede, mi concentro sul tornare nel Presente, e mi ritrovo così a entrare e uscire più e più volte da questa sensazione, a fare avanti e indietro tra il tempo e il non-tempo.


Ma, in generale e sempre di più, noto come il tempo stia diventando un concetto che faccio fatica a percepire.


I numeri sull'orologio spesso mi sono totalmente estranei. E anche quelli sul calendario.


L'idea mentale che avevo di "futuro" sta svanendo sempre di più.

Sento sempre meno il bisogno di proiettare la mia attenzione in avanti, su obiettivi o desideri.

E mentre di sicuro non è la prima volta che la mia idea mentale di futuro crolla, solitamente in passato succedeva che la vecchia idea di futuro veniva presto sostituita da una nuova idea.

Stavolta, invece, non sembra esserci più nulla pronto a riempire il vuoto.


E per quanto la mente sia spaventata da tutto questo, stia scalpitando perché vorrebbe riempire questo vuoto... Dentro di me sento, allo stesso tempo, una pace e una calma sempre crescenti.


E, se devo essere sincera, anche le memorie del passato stanno perdendo sempre di più la loro forza.

Ricordo ancora gli eventi della mia vita, certo, ma sembra come appartengano a un'altra vita.

Sento che tutte quelle immagini mi definiscono sempre meno.

Che non sono me. Che posso lasciarle andare senza alcuno scompenso interiore.

Con totale neutralità.

Le percepisco come un film che ho rivisto tantissime volte nella mia testa, che conosco a memoria, ma che non mi interessa più continuare a guardare.

Ma non perché ne ho la nausea, non perché mi provoca rifiuto, non perché voglio evitare di vederlo: semplicemente perché ha sempre meno piglio emotivo su di me.


Buffo che tutto questo accada questo proprio a me.

Una che che ha passato anni ad andare di fretta, a porsi continuamente nuovi obiettivi, a correre di qua e di là come il bianconiglio di Alice urlando "non ho tempo, non c'è tempo!".

E una che passava costantemente le giornate a ricordare e rimpiangere il passato, che aveva fatto della malinconia e della nostalgia il suo segno di riconoscimento.


Ovviamente, tutto questo non ero io.

Era la mia mente e io che ero totalmente identificata con essa.


Senza dubbio, lo stile di vita rallentato e a contatto con la Natura che tengo incoraggia questa "uscita dal tempo".


Passo buona parte delle mie giornate nell'essere: passeggio, canto, scrivo, ballo, suono strumenti, siedo al sole, ascolto musica, coccolo il gatto. Tutto fatto senza particolare scopo, obiettivo o aspettativa in mente. L'unico "scopo" è godermi ciò di cui sto facendo esperienza in quel momento.


Non passeggio con l'intenzione di stare in forma, non canto né scrivo né ballo né suono strumenti con l'intenzione di performare, non siedo al sole con l'intenzione di abbronzarmi, non ascolto musica con l'intenzione di divertirmi, non coccolo il gatto con l'intenzione di avere compagnia.

Eppure, il risultato è comunque che mi ritrovo a essere in forma, a performare, ad abbronzarmi, a divertirmi e ad avere compagnia.


Buffo eh? Più entriamo nella non-dualità, più le nostre situazioni di vita diventano piene di questi paradossi.

Più lasciamo andare il controllo sulle cose, più le cose accadono "da sole".

O meglio... Le creiamo spontaneamente, organicamente e intuitivamente dall'Essere, dall'Anima, in co-creazione col Tutto.


Mi rendo conto, infatti, che questo mio stile di vita si sta "srotolando" da solo come conseguenza di questo annullarsi del tempo. Non mi sono messa a tavolino un giorno e ho deciso di cominciare a passare le giornate così... Sta accadendo in maniera intuitiva, giorno dopo giorno. Mi alzo la mattina e seguo il flusso del sentire. Pianifico ancora, in parte, le mie giornate, perché ho voglia di realizzare delle cose sia lavorativamente che personalmente e in generale creare delle esperienze intenzionali. Ma anche il pianificare avviene in maniera sempre più fluida e intuitiva, senza alcuna ossessione o costrizione.


Il punto è che la mia attenzione quotidiana è sempre meno proiettata in avanti (futuro) o indietro (passato) e sempre più nel qui e ora (presente).


Sto abbracciando sempre di più quel cosiddetto "flusso" della Vita.

Ne ho sempre più fiducia, mi lascio guidare da esso.


Ed ecco che così la mia percezione del tempo si sta sgretolando sempre di più.


Meno percepisco il tempo, più naturalmente mi ritrovo a non sentire il bisogno di occupare il tempo compulsivamente con attività che mi proiettano verso obiettivi da realizzare nel futuro o con pensieri e considerazioni che mi riportano nel passato.


//


Tutto questo è assolutamente normale.


Per quanto disorientante l'esperienza possa risultare alla mente e all'ego, uscire dal tempo è un punto chiave del risveglio.


Il tempo è un costrutto mentale.

Non esiste REALMENTE.

Esiste solo nei pensieri, nella mente.

Nelle aspettative sul futuro e nei ricordi del passato.

Si tratta di un'interpretazione che la mente ha creato per dare un senso all'Eterno Presente.

Una proiezione mentale su ciò che invece è la Realtà.


Esiste solo l'Adesso.

Un solo momento, dentro cui tutto scorre, si trasforma, si espande.

L'Anima lo vive, lo sente, lo È.

Ma la mente non riesce a concepirlo.

La mente può vivere solo nel passato o nel futuro.


Ma il passato e il futuro non sono realmente esistenti.

Esistono solo, appunto, nella mente.

Sono illusioni, immaginazioni, costrutti mentali.


Mentre il passato stava accadendo, nel passato, lo stava facendo nel momento presente.

Quando il futuro accadrà, nel futuro, lo farà nel momento presente.


La Vita accade ed esiste solo nel Presente.

Se vogliamo vivere la Realtà, la Vita, abbiamo bisogno di imparare a vivere nell'Adesso.

Affrontare e abbracciare la vita momento per momento, senza più scappare nel futuro o rifugiarci nel passato.


Uscire dal tempo significa dis-identificarci dall'ego e ricordare che siamo Anima.


Il tempo è il sogno dell'ego, l'illusione che lo tiene in vita.

L'ego non riesce né può uscire dal tempo; non chiediamoglielo.

L'ego è l'idea mentale che hai creato attorno a te stesso nel corso delle tue esperienze di vita, perciò esiste proprio grazie alla percezione del tempo.

Farà di tutto per tenerci intrappolati nel tempo.


In realtà, non si tratta di una vera "uscita dal tempo", perché il tempo non esiste.

Si tratta di accorgersi che il tempo non esiste.

La mente la percepisce come un'uscita dal tempo, ma si tratta di neutralizzare ciò che Eckhart Tolle definisce "tempo psicologico".


Quando ripensi al passato, lo fai nel momento presente. Sovrapponi una proiezione passata sul presente.

Quando speri nel futuro, lo fai nel momento presente. Sovrapponi una proiezione futura sul presente.


Se passi gran parte del tempo a fare questo - come la maggior parte degli esseri umani al momento - il risultato è che non vivi il Presente. Letteralmente, non lo vedi, non lo senti, non lo assapori, non lo abbracci. Lo resisti. Lo neghi. Lo oscuri. Lo soffochi. Lo distorci.

Non lo lasci essere, respirare, esistere, espandersi, srotolarsi organicamente.

Sovrapponi un filtro, proietti una pellicola, passata o futura, sull'Adesso.

Vivi in un tempo psicologico, mentale, che non è reale.

Non vivi la Realtà ma un'immagine fabbricata dalla mente.


La Verità di un'esperienza può essere sentita solo mentre accade, mentre la vivi.

Nel passato o nel futuro, sarà sempre e solo un'esperienza mentale, perciò distorta.


Il distacco dal Presente è il distacco dalla tua Essenza, dalla Vita.


//


Eckhart Tolle parla infatti della differenza tra la nostra Vita e la nostra situazione di vita.


Trovo la distinzione geniale, fa comprendere bene cosa significa dis-identificarsi dal tempo psicologico.


Quando usiamo l'espressione "la mia vita", tendiamo a fare riferimento a tutto ciò che è accaduto ieri e crediamo accadrà domani, nelle nostre giornate.


In realtà, quella è la nostra "situazione di vita". L'insieme di ciò che abbiamo vissuto e di ciò che crediamo vivremo. Ciò che è successo ieri e ciò che accadrà domani. Un'idea mentale. Una collezione mentale di eventi passati e futuri in cui ci identifichiamo e che crediamo essere "la nostra Vita".


In realtà la Vita è solo Adesso. È ciò che accade adesso, in questo momento.

Tutto ciò che abbiamo bisogno di vivere, confrontare e affrontare è solo il momento Presente.


Se invece crediamo che la Vita sia anche il nostro passato e il nostro futuro, ecco che si crea un'enorme storia attorno a chi siamo, a cosa ci succede e perché, e continuiamo a proiettare questa storia sul Presente. E finisce che il Presente ce lo perdiamo completamente.


E detto da una che per anni ha detto e pensato infinite volte "la mia vita è una merda"...


La distinzione tra Vita e situazione di vita è liberatoria.

Noi non siamo la nostra situazione di vita.

Siamo solo la Vita; quindi, il Presente.


Starci ad arrovellare sulla nostra situazione di vita è uno spreco di energie, perché esiste solo nella mente.

L'unica cosa di cui abbiamo il compito di prenderci cura è ciò che accade e fa la sua apparizione nel momento presente.


Concentrarci sull'Adesso, sulla creazione della Vita momento per momento, lasciando che si srotoli passo dopo passo.


Tenendo l'intuito - ovvero la saggezza del cuore, e quindi dell'Anima - come bussola interna per navigare eventi ed esperienze nell'attimo in cui fanno la loro apparizione.


"Quanto appaiono crudeli i bianchi: labbra sottili, nasi affilati, volti solcati e deformati da buchi. Gli occhi hanno un'espressione fissa. Cercano sempre qualcosa. Ma che cosa cercano? I bianchi vogliono sempre qualcosa, sono sempre inquieti e irrequieti. Noi non sappiamo cosa vogliono, non li capiamo, pensiamo che siano pazzi." Gli chiesi perché pensava che i bianchi fossero matti. "Dicono che pensano con la testa", rispose. "Be', certo, ovviamente" dissi io, sorpreso. "Con cosa pensate voi?" "Noi pensiamo col cuore!" - Dialogo tra il nativo Biano e Carl Jung

Credere che la Vita sia la nostra situazione di vita è snervante e straziante, perché ci sradica continuamente dal Presente e ci risucchia nella mente, nelle sue preoccupazioni per cercare di controllare il futuro e nel suo rimuginio per tentare di rivivere o cambiare il passato.


La nostra personalità si trova così appesantita da mille preconcetti, aspettative, problematiche, lamentele.

L'esperienza del Presente è oscurata, non riusciamo davvero a vedere che cosa si trova di fronte a noi in quel momento e a relazionarci a esso in maniera libera, spontanea, creativa.


Crediamo che la Vita sia problematica, quando invece è la nostra situazione di vita a esserlo.

Inevitabilmente lo è, e lo è sempre, perché la situazione di vita è un costrutto della mente.


E la mente è una vera esperta nell'individuare problemi e cercare di risolverli.

Nutre la propria forza dalla concezione stessa di "problema".


Per la mente, ogni cosa che incontriamo è un problema da risolvere.

Ovviamente questa non è la realtà - la Vita non è un insieme di problemi da risolvere, ma un susseguirsi di esperienze da abbracciare e sfide da affrontare.


Ma la mente resiste continuamente questa visione, letteralmente non è in grado di comprenderla.

Resiste continuamente il Presente.


Perciò, credendo di essere la mente, crediamo all'esistenza di problemi nel Presente, crediamo che la Vita sia la nostra situazione di vita, e proiettiamo continuamente questi "problemi" mentali sul Presente.


Resistiamo il Presente, materializzando e perpetuando questi "problemi" percepiti sul Presente.


Finiamo a proiettare la nostra situazione di vita sulla Vita, sul Presente, e quindi a oscurare la nostra capacità di sentirci vivi, vitali, presenti, vigili. Svegli.


Letteralmente, cercando di uscire da un problema, ci rimaniamo ancora più intrappolati dentro.


Finiamo a rincorrere il nulla, a inseguire un miraggio.


Possiamo migliorare la nostra situazione di vita, ma l'unico punto di accesso per migliorare la nostra situazione di vita, è dalla Vita, dal Presente, che non va né migliorato né cambiato, solo accettato.


Abbracciando la Vita momento per momento, e agendo - o non agendo - in accordo con la bussola interna che deriva da questa accettazione, la nostra situazione di vita si srotola organicamente, evolve, si espande in maniera sempre più allineata e armoniosa.


L'unica cosa che possiamo veramente affrontare è il Presente.

Allora, respiriamo e chiediamoci: che problema ho in questo preciso istante?

Non il prossimo anno, non domani, non tra un'ora né 5 minuti.

Cosa c'è che non va nel momento Presente?

Se ci sono sensazioni ed emozioni da sentire e accettare nel corpo, facciamolo.

Se ci sono pensieri e preoccupazioni da osservare, facciamolo.

E, dallo spazio che ne deriva, se c'è qualcosa che possiamo cambiare o comunicare, facciamolo.


//


Quanto è liberatorio renderci conto che l'unico punto di attenzione e concentrazione che ha senso avere è il Presente?


Che possiamo smetterla di cercare di controllare qualcosa che non è altro che una proiezione mentale?


Non so voi, ma a me fa tirare un sospiro di sollievo.


La nostra situazione di vita, in realtà, se osservata bene, non dalla prospettiva della mente ma dall'esperienza dell'Essere, non è altro che un susseguirsi di istanti, di momenti presenti.


Perché quindi concentrarsi compulsivamente sulla situazione di vita e i suoi problemi, che non esistono se non nella mente, invece di concentrarci sull'unica cosa reale e su cui possiamo agire, ovvero il Presente?


Questo non significa fregarcene del futuro e della nostra situazione di vita.

Significa costruire il futuro dal Presente.


Creare la nostra situazione di vita sempre e solo dal Presente.

E non più da interpretazioni, proiezioni, aspettative passate o future.


Concentrare l'attenzione nel qui e ora anche quando stiamo facendo azioni che sono parte di un progetto mentale più ampio che comprende un'idea futura.


Togliere l'attenzione dal diventare o ottenere qualcosa a tutti i costi, e spostarla prima di tutto sull'essere, sul godere dell'esperienza nel Presente, sull'esprimere la nostra essenza nel Presente.


Solo così ce la godiamo, la Vita.

E solo così ci godiamo la creazione, la trasformazione e l'espansione della nostra situazione di vita.


E così, quando mi accorgo che la mia mente scalpita con impazienza, perché le permetto di passare sempre meno tempo ad arrovellarsi e scervellarsi, e la sento dire cose come "Ma se non ci preoccupiamo più per il futuro, che cosa ne sarà della nostra Vita?"...

Una voce calma e gentile emerge dentro di me, che spontaneamente dice:

"Adesso è la nostra Vita. Solo questa, davanti a noi in questo momento. Viviamola Ora".


Essere liberi dal tempo significa essere liberi dal bisogno psicologico del passato per definire la propria identità e del futuro per il proprio senso di appagamento. - Eckhart Tolle


Uscire dal tempo significa essere capaci di vedere una tela bianca davanti a noi in ogni momento.

Senza più attaccamento a proiezioni passate e aspettative future. Senza catene.


Ogni istante diventa potenzialmente nuovo, candido, innocente, immacolato, libero.

Possiamo dipingerci e crearci qualsiasi cosa perché non siamo più prigionieri della mente.


Significa vivere la Vita come se stessimo partecipando a uno streaming in diretta, in cui non esistono replay, non si può andare avanti o indietro, solo assistere nel Presente.


Non più vivere costantemente immersi nella sostanza astratta dei pensieri ma vivere immersi nella presenza del corpo e del suo sentire.


Smettere di riempire il vuoto interiore percepito rincorrendo un'idea futura, imparare ad abbracciare quel Vuoto e vederlo non più come un buco nero, come la fine, come la morte, ma come puro potenziale, pura libertà e spontaneità.


Non più aspettare di arrivare da qualche parte per cominciare a vivere appieno, ma semplicemente essere e vivere appieno da adesso.


Significa smettere di opporre resistenza al Presente - che è un po' come combattere coi mulini a vento - e imparare ad accogliere e affrontare tutto ciò che il Presente porta con sé.


Osservare tutti i modi in cui discomfort, fastidio, preoccupazione e ansia emergono quando giudichiamo il Presente e opponiamo resistenza a ciò che ci pone di fronte la Vita, l'Adesso.


Abbracciare ogni momento come se fosse l'unico esistente - perché, in effetti, lo è.


Ricordarci che la nostra missione interiore non ha niente a che vedere con dove andremo o cosa faremo nel futuro, ma con il tipo di esperienza che riusciamo a fare del momento Presente. Perché la qualità di questa esperienza contiene dentro di sé già tutta la qualità potenziale dei nostri momenti Presenti futuri. Perché, quando abbracciamo l'Anima, ci accorgiamo sempre di più che il futuro può essere creato solo dal Presente.


Significa capire che se vogliamo fare esperienza piena della Vita, possiamo farlo solo Ora, e Adesso.








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