Il mio cuore si spezza ogni volta che un uomo e una donna si puntano il dito contro a vicenda.
Perché il mio cuore si spezza quando io in primis finisco a puntare il dito contro un uomo.
So di essere stata spesso parte del problema, perché l’ego mi ha portato innumerevoli volte a creare separazione invece che unione senza che ne fossi consapevole, nella convinzione che “io avevo ragione piena e l’altro torto marcio”.
Poi pian piano mi sono resa conto di quanti veli mi separassero dal vedere DAVVERO un’essere umano di sesso maschile.
Ad esempio, di quanto tendessi a vedere l’altro sesso, in maniera automatica e spesso arbitraria, come una minaccia, o, all’opposto, come mero oggetto dei miei desideri.
Da lì ho iniziato a chiedermi da dove venisse tutta questa roba.
Sì, certamente: traumi repressi. Ma non solo: anche programmazioni collettive e di genere che, in maniera più o meno sottile, distorcono l’esperienza di interazione tra uomo e donna - che sia mentale, emotiva, fisica o sessuale - creando anche una visione e un’aspettativa totalmente falsata dell’altro sesso.
Queste programmazioni causano e alimentano i traumi, in una specie loop infernale. Ed ecco è così importante portare l’alchimia nella relazione tra uomo e donna.
Perché in realtà, nel profondo dei nostri cuori, quello che vogliamo davvero è avvicinarci, non distanziarci.
Ma per avvicinarci abbiamo bisogno di iniziare a fare passi verso l’altro e osservare come invece l’ego vorrebbe indietreggiare.
Serve tanto coraggio e tanta disposizione alla vulnerabilità.
Fa paura, perché abbiamo talmente tanta merda accumulata e cuori talmente corrazzati che non riusciamo a relazionarci da un luogo puro.
Siamo costantemente sulla difensiva, pronti ad attaccare o scappare per non sentire dolore. I veli che ci dividono sono tantissimi. Il nostro compito è iniziare a bruciarli uno per uno nel fuoco dell’Amore.
Nel farlo, sentiremo tutto quel dolore da cui cerchiamo di proteggerci.
Ma aldilà di quel dolore c’è la reale connessione, la possibilità di vedersi e incontrarsi sempre più liberi dalla prigione in cui mente e corpo si trovano rinchiusi.
Finalmente, come due esseri umani.
Il rapporto tra uomo e donna costituisce il tessuto stesso dell’esperienza umana.
Prima di tutto perché è l’interazione “con qualcuno di fondamentalmente diverso da noi” che ci troviamo a intraprendere più di frequente rispetto a qualsiasi altra.
E poi perché è la manifestazione terrena dei due principi costitutivi dell’universo che si incontrano: lo yin e lo yang.
La fabrica stessa dell’esistenza.
Ma non solo nella coppia: la relazione tra uomo e donna avviene tra padre e figlia, mamma e figlio, fratello e sorella, amico e amica, collega e collega…
Ogni qualvolta due esseri umani di sesso differente si incontrano.
E qui arriva la mia riflessione: quando il rapporto che costituisce il tessuto più fondamentale dell’esperienza umana è completamente inquinato da programmazioni, traumi repressi, distorsioni e divisioni…
L’esperienza umana stessa inizia a disfarsi.
Quando le donne collettivamente finiscono ad andare contro gli uomini e gli uomini ad andare contro le donne...
Quando un uomo e una donna non riescono a vedersi come due esseri umani, ma si vedono con sospetto, sfiducia e paura, come antagonisti, rivali, nemici...
Quando la relazione tra uomo e donna si trasforma in un mero gioco di potere e soddisfazione dell’ego...
Significa che stiamo andando letteralmente contro Natura.
Ora, questa email non vuole essere una caccia al colpevole.
Ma è un invito a renderci conto che questa è la Matrix in cui viviamo, e questa Matrix si nutre proprio dal creare sempre più separazione tra i due sessi.
Tenendo conto di questo, facciamo le nostre valutazioni, perché la nostra mente assorbe costantemente informazioni dall’esterno, e allo stesso tempo libera costantemente verso l’esterno ciò che abbiamo assorbito internamente.
Quindi come sempre, l’invito è alla presa di responsabilità.
Chiediamoci: quanto stiamo contribuendo in prima persona a questa divisione?
Quanto una percezione influenzata da dolore represso, corazze, maschere e programmazioni collettive, ci porta a vedere l’altro sesso solo come una figura e non come un Essere?
Quanto davvero riusciamo a vedere l’uomo o la donna di fronte a noi e quanto invece stiamo vedendo attraverso la proiezione di un bagaglio mentale ed emotivo?
E nel farci queste domande, pensiamo agli uomini o le donne che fanno parte o hanno fatto parte della nostra vita - che siano partner, madri, padri, sorelle, fratelli, amicizie, colleghi.
Abbiamo bisogno di chiederci tutto questo e andare alla radice, o continueremo a credere che la colpa sia solo dell’altro, aumentando ulteriormente divisione e separazione.
Prendiamoci la nostra fetta di responsabilità…
Solo così possiamo lavorare insieme per l’evoluzione di tutti, invece di continuare a lavorarci contro.
L’uomo e la donna sono l’uno lo specchio riflesso dell’altra.
Un mondo in cui uomini e donne si puntano costantemente il dito contro per tutte le cose che non funzionano, crolla. Un mondo in cui uomini e donne lavorano insieme per riconoscere reciprocamente dove le cose vanno trasformate, evolve.
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