La gratitudine è a tutti gli effetti uno strumento magico che fa andare in crash l’ego.
Perché? Perché tutta l’identità egoica si fonda completamente - ed erroneamente - sul concetto di scarsità.
L’identità egoica NON ESISTEREBBE se non avessimo creduto, in origine, alla sua convinzione di scarsità, di separazione dalla fonte, di errore, di difetto, di imperfezione, di “dannazione dal Paradiso”.
Nell’ascoltare l’ego diventiamo vittime della sua amnesia - ci dimentichiamo della fonte di Amore universale sempre presente, ci dimentichiamo della perfezione che c’è già qui e ora in ogni cosa, anche la più brutale, ci scordiamo del “Paradiso” che possiamo vivere qui sulla Terra, se ne abbracciamo tutte le sue contraddizioni, se smettiamo di condannare parti della nostra personalità.
L’ego invece è sempre alla ricerca di qualcos’altro da quello che c’è ora, non è mai soddisfatto, perché è fondato sull’idea che quello che c’è ora NON è ABBASTANZA.
E se invece quello che c’è ora fosse abbastanza?
La nostra prospettiva della realtà inizierebbe a trasformarsi in maniera imprevedibile, a espandersi
Ingegnandoci ogni giorno a trovare gratitudine in ogni posto, anche in quelli più improbabili, letteralmente “cracckiamo” l’ego. Mandiamo in corto-circuto la storia che “non è abbastanza, manca qualcosa, siamo sbagliati”. Ci allentiamo a uscire dall’amnesia e ci ricordiamo che, in effetti, è tutto perfetto così com’è.
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In passato mi veniva l’orticaria a sentir parlare di gratitudine.
Alcuni sono dotati naturalmente di un ego scintillante e ottimista e facilmente riescono a sentire gratitudine - buon per loro :)
Ma per quanto mi riguarda, il mio ego tende naturalmente al polo negativo, all’autocommiserazione e al vittimismo, e questo ha sempre ostacolato non poco i tentativi di “sentirmi grata”.
Col tempo e con la disciplina, però, sono riuscita a connettermi quotidianamente alla gratitudine nonostante gli automatismi dell’ego.
Come ho fatto? Ho notato quanto la gratitudine riesca effettivamente a “hackerare” l’ego.
In un certo qual modo, la gratitudine “asfalta”, con Amore, l’ego. Gli scarica addosso una necessaria dose di umiltà.
La gratitudine dice all’ego: tu credi di essere frustrato, di non avere mai ciò che vuoi… E invece, fermati. Guarda. Osserva. Ascolta. Apriti ad accogliere il regalo della Vita che si apre davanti a te in ogni momento: gli sguardi delle persone, gli alberi nei prati, gli uccelli nel cielo, l’armonia della musica, la bontà del cibo, il tuo respiro.
Azzo. E lì l’ego deve “fare pippa”, come si dice a Roma.
Restare in silenzio e annuire, sommesso.
Quindi, se anche a voi come a me, non viene esattamente naturale connettervi alla sensazione calda e accogliente della gratitudine, provate a vederla così:
aprirsi alla gratitudine comporta l’essere disposti a una buona dose di umiltà.
Probabilmente ora non avete tutto ciò che il vostro ego vorrebbe, ma qualsiasi siano le circostanze… Provate a respirare e a ricordarvi che siete sempre circondati, immersi nella Bellezza. Siete vivi, siete coscienti, e state respirando su un magnifico pianeta che incredibilmente gira su se stesso attorno al Sole insieme ad altri pianeti a una velocità impressionate, in uno stupendo caos perfettamente organizzato… Ok, davanti a questo, l’ego rimane senza parole.
Sono la prima a parlarvi di oscurità e di non bypassare le cose scomode per ricercare solo la Luce… Ma questo non significa che allora ci dimentichiamo della Luce e della Bellezza che c’è già disponibile dispiegata davanti ai nostri occhi, in ogni momento. Il punto è imparare ad accogliere sia la Luce che l’Oscurità… Perché anche l’Oscurità può diventare un modo per respingere la Luce naturale, se ci identifichiamo con essa.
E la gratitudine è Luce naturale, sempre disponibile in qualsiasi momento, aggratis.
Perciò, fate entrare un po’ di Luce naturale: dedicate almeno 10 minuti ad apprezzare il mistero del miracolo della Vita, e vi assicuro che tutto, tutto comincerà a cambiare nella vostra realtà, semplicemente perché vi espanderete alla Vita, vi aprirete all’esperienza dell’Amore, vi ricorderete che siete supportati, sempre.
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